INTRODUZIONE ALLA VALUTAZIONE ANTROPOMETRICA DELLO STATO NUTRIZIONALE

Giorgio Bedogni
1, Anna Laura Fantuzzi 2, Nino Battistini 1

1 Cattedra di Nutrizione Umana, Facoltà di Medicina e Chirurgia, Università di Modena e Reggio Emilia
2 Modulo Organizzativo di Nutrizione e Dietetica, ASL, Modena

1. Antropometria e stato nutrizionale

“L’antropometria è il metodo più applicabile, economico e non invasivo per determinare le dimensioni, le proporzioni e la composizione del corpo umano. Inoltre, poiché le dimensioni corporee ad ogni età riflettono lo stato generale di salute e di benessere degli individui e delle popolazioni, l’antropometria può essere impiegata per stimare la funzionalità, lo stato di salute e la sopravvivenza”: l’Organizzazione Mondiale della Sanità (WHO) non avrebbe potuto essere più chiara sull’importanza dell’antropometria per la valutazione dello stato nutrizionale (1). Per l’assenza d’invasività, la semplicità d’esecuzione, la portabilità, il basso costo e la disponibilità di valori di riferimento, l’antropometria è infatti la tecnica di riferimento per la valutazione dello stato nutrizionale nella pratica clinica e nella ricerca epidemiologica (1).

Ai fini didattici, è utile distinguere la valutazione antropometrica dello stato nutrizionale in quattro fasi: 1) misurazione di peso e statura, con il calcolo degli indici pondero-staturali; 2)
misurazione di pliche e circonferenze, con il calcolo delle aree muscolo-adipose degli arti e la definizione della distribuzione del tessuto adiposo sottocutaneo; 3) misurazione dei diametri, con la definizione della taglia corporea; 4) misurazione delle lunghezze segmentali, per una valutazione più accurata dell’accrescimento (2). Per ragioni di spazio e di rilevanza clinica, questa discussione dell’antropometria è limitata ai punti 1 e 2. I punti 3 e 4 sono discussi in dettaglio altrove (2, 3).

2. Gli indicatori antropometrici dello stato nutrizionale

2.1 Peso, statura e indice di massa corporea

Il peso è un indicatore grossolano della composizione corporea e del bilancio energetico. Al livello “molecolare”, il peso (BW, body weight) rappresenta la somma di acqua (TBW, total body water), proteine (PM, protein mass), minerali (MM, mineral mass), glicogeno (Gn, glycogen) e grassi (FM, fat mass) (Fig. 1). Pertanto, una modificazione di BW può dipendere dalla modificazione di uno o più di cinque compartimenti corporei. Poiché PM, Gn e FM hanno anche un significato energetico, BW è pure un indicatore del bilancio energetico.



Fig. 1
Il modello molecolare del corpo umano applicato all’uomo di riferimento (2). Abbreviazioni: BW = peso corporeo; FFM = massa magra; FM = massa grassa; TBW = acqua totale corporea; PM = massa proteica; MM = massa minerale; Gn = glicogeno.

Utilizzata congiuntamente al peso, la statura (BH, body height) consente di valutare le dimensioni
corporee. La combinazione di BW e BH nella forma degli indici pondero-staturali consente una prima valutazione obiettiva della malnutrizione per eccesso o difetto. L’indice di massa corporea [BMI, body mass index = BW (kg) / BH (m)2] è l’indice pondero-staturale più impiegato nella pratica clinica in ragione del suo valore prognostico nella malnutrizione per eccesso e per difetto (1, 4) (Tab. 1).



Tab. 1
Valori di BMI per la diagnosi del difetto e dell’eccesso ponderale nell’adulto di entrambi i sessi (4).

Il BMI non è però un buon indicatore della composizione corporea a livello individuale perché il suo numeratore, BW, include sia FM che
FFM (cfr. Fig. 1). Anche se il calcolo del BMI è irrinunciabile dal punto di vista clinico, deve essere ben chiaro che esso non consente una valutazione sufficientemente accurata della composizione corporea (5).

2.2 Pliche e circonferenze

Le pliche consentono una valutazione obiettiva del grasso sottocutaneo. Esse possono essere utilizzate: 1) come indicatori di adiposità, 2) per il calcolo delle aree muscolo-adipose degli arti, 3) come indicatori del rischio di malattia e 4) per la predizione della FM.

Le pliche più utilizzate nella pratica clinica sono la plica sottoscapolare (SSF, subscapular skinfold) e quella tricipitale (TSF, triceps skinfold). SSF è un indicatore dei depositi adiposi sottocutanei della regione posteriore del torace ed è la plica meglio correlata con la pressione arteriosa e la colesterolemia (6).
TSF è un indicatore dei depositi adiposi sottocutanei della regione posteriore del braccio. Essa è la plica più frequentemente misurata, in ragione della sua accessibilità e del valore prognostico nella malnutrizione per difetto.

Le circonferenze sono indicatori delle dimensioni trasversali dei segmenti corporei. Esse possono essere utilizzate:
1) come indicatori della distribuzione del tessuto adiposo sottocutaneo, 2) per il calcolo delle aree muscolo-adipose degli arti, 3) come indicatori del rischio di malattia e 4) per la predizione della FM. Le circonferenze più utilizzate nella pratica clinica sono la circonferenza della vita (WC, waist circumference) e la circonferenza del braccio (AC, arm circumference). WC è un indicatore del tessuto adiposo sottocutaneo addominale. Essa è una componente standard della valutazione antropometrica del soggetto in sovrappeso in ragione della sua associazione col rischio metabolico e cardiovascolare (4) (Tab. 2). Assieme a TSF, AC è una componente standard della valutazione antropometrica dello stato nutrizionale nella malnutrizione per difetto (2).



Tab. 2
Impiego della circonferenza della vita per la determinazione del rischio metabolico e cardiovascolare (4).

Le pliche e le circonferenze di un arto possono essere utilizzate per calcolare le sue aree muscolari e adipose (6). Nel caso del braccio, si calcola innanzitutto l’area totale (TAA, total arm area) a partire da AC:



Si utilizzano quindi AC e TSF per calcolare l’area muscolare (AMA, arm muscle area):



Infine, si ottiene l’area adiposa (AFA, arm fat area) dalla differenza tra TAA e AMA:



I valori di riferimento NCHS per AMA e AFA oltre i 18 anni sono
corretti per l’area ossea del braccio sottraendo ad AMA un valore pari a 10.0 e 6.5 cm2 nell’uomo e nella donna rispettivamente (6).

3. L’impiego degli indicatori antropometrici dello stato nutrizionale

Frisancho suggerisce di classificare lo stato nutrizionale di un individuo ricorrendo a quattro parametri: BW, BH, AMA e sommatoria di TSF e SSF (2SF) (6). La valutazione separata di BW e BH è sempre utile nel bambino ma nell’adulto è spesso sufficiente considerare il valore del BMI, purché l’individuo non sia di statura eccessivamente bassa od elevata. Il vantaggio derivante dall’impiego di AMA e 2SF dipende dal fatto ch’essi sono indicatori di adiposità e muscolarità più obiettivi di BW, BH e BMI. Per ciascuno di questi indicatori antropometrici, Frisancho identifica cinque classi o “categorie” (Tabb. 3 e 4).



Tab. 3
Valutazione antropometrica minima dello stato nutrizionale: stato ponderale, accrescitivo e muscolare. Abbreviazioni: BW = peso corporeo; BH = statura; AMA = area muscolare del braccio (6).



Tab. 4
Valutazione antropometrica minima dello stato nutrizionale: stato adiposo. Abbreviazioni: 2SF = sommatoria delle pliche tricipitale e sottoscapolare (6).

In tutti i casi, la prima e la seconda categoria sono identificate rispettivamente da valori d 5.0° e compresi tra il 5.1° e il 15.0° percentile. Il sistema di classificazione differisce invece dalla terza categoria in poi per 2SF rispetto a BW, BH e AMA. La quinta categoria di 2SF non
è “simmetrica” rispetto alla prima, com’è invece per BW, BH e AMA. Infatti, essa comprende i valori tra l’85.1° e il 100.0° percentile anziché i valori superiori al 95.0° percentile. Poiché lo studio NHANES ha dimostrato un maggior rischio di ipertensione e dislipidemia in soggetti con 2SF > 85.0° percentile, si è convenuto di identificare una classe di individui con valori di 2SF compresi tra l’85.1° e il 100.0° percentile (6). Anche se 2SF si è rivelato un predittore del rischio di ipertensione e dislipidemia e la classificazione dello stato di adiposità è stata “rivista” in base a quest’evidenza, l’impiego di AFA presenta il non trascurabile vantaggio di fornire un dato complementare rispetto ad AMA.

4. I valori di riferimento per gli indicatori antropometrici dello stato nutrizionale

Il nostro Paese è sprovvisto di valori di riferimento nazionali. Il consiglio della WHO in queste condizioni è quello d’impiegare i valori di riferimento NCHS (6). Tale posizione è segnata peraltro da molte controversie, come abbiamo discusso in dettaglio altrove (2). La creazione di standard nazionali rappresenterebbe l’unica soluzione effettiva del problema. I valori di riferimento NCHS per le principali dimensioni antropometriche sono riportati nella dispensa del corso ANDID sulla valutazione antropometrica dello stato nutrizionale (3).

5. Bibliografia

1. WHO. Physical status: the use and interpretation of anthropometry. WHO: Geneva; 1995.

2. Bedogni G, Borghi A, Battistini N. Manuale di valutazione antropometrica dello stato nutrizionale. Milano: EDRA; 2001.

3. Bedogni G, Battistini N, Fantuzzi AL. Atti del corso ANDID sulla valutazione antropometrica dello stato nutrizionale. Modena: ANDID; 2001.

4. WHO. Obesity: preventing and managing the global epidemic. WHO: Geneva; 1998.

5. Bedogni G, Pietrobelli A, Heymsfield S, Borghi A, Manzieri AM, Morini P, et al. Is body mass index a measure of adiposity in elderly women ? Obes Res 2001;9:17-20.

6. Frisancho A. Anthropometric Standards for the Assessment of Growth and Nutritional Status. Ann Arbor: The University of Michigan Press; 1990.