Composizione corporea ed equazioni predittive

La valutazione indiretta di un compartimento corporeo si fonda sull’uso di equazioni predittive. La predizione di un compartimento Y da una variabile X può essere scritta come:


L’equazione predittiva di Y da X è spesso quella di una retta (regressione col metodo dei “minimi quadrati”):


dove a è l’intercetto e b il coefficiente angolare. (Equazioni di grado superiore al primo possono essere utili in determinati contesti ma quasi sempre a prezzo di una minor generalizzabilità).

In genere, la possibilità di effettuare una predizione di Y da X è suggerita dall’evidenza di una relazione fisiologica tra le due variabili, ad es. quella tra la FM e le pliche cutanee. L’utilità di un’equazione predittiva deve essere giudicata sia con criteri statistici [coefficiente di determinazione (R
2), livello di significatività (p), errore standard della stima (SEE, standard error of estimate) totale e percentuale, errore nel singolo individuo] che biologici (è l’equazione sufficientemente accurata per i nostri fini ?) (27, 39).

Se l’equazione deve essere utilizzata per predire la composizione corporea di un singolo individuo - ciò che accade nella pratica clinica - è indispensabile conoscerne l’accuratezza individuale e non soltanto a livello di popolazione. Molte equazioni predittive della composizione corporea sono accurate a livello di popolazione ma non nel singolo individuo sicché non è consigliabile il loro utilizzo nella pratica clinica.